La guerra di Erdogan contro i curdi: le truppe turche entrano ad Afrin
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La guerra di Erdogan contro i curdi: le truppe turche entrano ad Afrin

Secondo giorno di offensiva dell'esercito di Ankara: tacito assenso della Russia e di Assad che hanno lasciato l'aviazione turca sconfinare senza intervenire

La guerra di Erdogan contro i curdi: le truppe turche entrano ad Afrin
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21 Gennaio 2018 - 10.06


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La situazione è ancora confusa: da un lato alcune fonti parlano dell’ingresso di truppe di terra turche in terra curdo-siriana, mentre fonti del Rojava parlano di esercito respinto. Ma in alcune aree i turchi sono riusciti a entrare.
Quello che è certo è che comunque Ankara ha continuato a bombardare l’enclave di Afriin nel secondo giorno di una vasta offensiva alla frontiera turca. Ribelli siriani appoggiati da Ankara hanno cominciato ad avanzare in direzione di Afrin sotto la copertura dell’artiglieria turca.

Nella notte, quattro razzi sparati da zone controllate dalle Ypg hanno colpito la città di confine turca di Kilis, facendo un ferito lieve, secondo l’agenzia di stampa Dogan, aggiungendo che delle batterie turche avevano risposto immediatamente.


L’offensiva turca, battezzata operazione “Ramo d’olivo”, rischia di rendere ancora più tesi i rapporti fra Ankara e Washington: gli Stati Uniti sostengono in effetti una coalizione arabo-curda, di cui fanno parte le Ypg, per combattere contro l’Isis. L’operazione è cominciata ieri alle 15 italiane con un intenso bombardamento compiuto da 72 apparecchi che hanno colpito più di 100 obiettivi, fra cui l’aeroporto militare di Minnigh, secondo l’esercito di Ankara. 


Un portavoce delle Ypg ha affermato che dieci persone, per la maggior parte civili, sono state uccise in questi raid turchi. L’esercito turco ha dichiarato, da parte sua, di aver colpito solo dei “terroristi”, espressione con la quale designa i combattenti curdi.

Ma in tutta questa storia va valutato il ruolo della Russia che, ritirandosi da una zona che pure controlla militarmente, è sembrata dare un tacito assenso all’operazione militare di Erdogan e questo perché sul Rojava, oltre alle legittime aspirazioni dei curdo-siriani, si gioca una partita strategica tra Stati Uniti e Russia sul futuro della Siria.
 Del resto il governo di Assad aveva detto che non avrebbe tollerarato l’ingresso di aerei turchi, mentre alla fine i piloti di Ankara sono stati lasciati liberi di bombardare senza che né russi né lealisti siriani muovessero un dito

Nel frattempo in Turchia è scattata la censura: forze di polizia hanno circondato la sede del partito filo-curdo Hdp per impedire una conferenza stampa nella quale si potesse denunciare l’aggressione di Erdogan alla provincia siriana a maggioranza curda.

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