Macron, Renzi, la sinistra italiana e quella francese
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Macron, Renzi, la sinistra italiana e quella francese

Riflessioni da Parigi sulla frammentazione delle forze progressiste e le primarie del Pd

I candidati alle elezioni francesi
I candidati alle elezioni francesi
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Francesco Rea Modifica articolo

24 Aprile 2017 - 11.48


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23 aprile. Sono a Parigi in Francia. Per le elezioni del neo inquilino dell’Eliseo? No pura coincidenza e io stesso me ne rendo conto solo passando davanti al Municipio della Città. Solo in quel momento prendo atto che quello che sto seguendo da settimane dall’Italia, sta accadendo ora in quella città e in quello Stato.
Non me ne sono avveduto, complice forze la fresca ma soleggiata domenica e i molti francesi e stranieri che facevano lo stesso mio giro, una sorta di maratona amarcord di chi a Parigi non manca, ma in questo caso ha qualche ora dedicabile.
Ho anche preso atto che ho un’età e queste maratone lasciano un segno, doloroso, ai muscoli.
Tornando al voto una volta rientrato in albergo ripenso alla giornata tranquilla, con le strade piene, non preoccupate, con un leggero sottofondo di sirene, ma che al contrario di Roma, offrono volumi differenti, sommessi in alcuni casi, alti in altri. Da noi una sirena è una sirena, ha un solo volume, alto. Bah forse sarà stata la mia immaginazione…
Come detto rientrato in albergo decido di seguire l’andamento del primo turno di queste presidenziali, prima su RAINEWS24 con il suo Direttore Di Bella e poi il TF1, il primo canale della tv pubblica francese. Scelta imposta dal Granpremio di Motogp che non potendolo vedere in diretta non volevo mi si bruciasse il risultato in attesa di vederlo in differita.
In questo susseguirsi di dati che danno Macron e la Le Pen al ballottaggio, vi sono gli sconfitti che ammettono la sconfitta e che chiedono, almeno alcuni, al proprio ballottaggio di scegliere Macron, contro la Le Pen
Tra questi Hamon, il rappresentante del Partito Socialista Francese. E allora, nella mia disattenzione italica (ho detto mia), mi rendo consapevole che sì, ci sono anche i socialisti, quelli che alle ultime elezioni avevano vinto con Hollande.
Hamon ammette una sconfitta choc, di una sinistra che esce a pezzi e chiede il voto a Macron. Di un mondo che è cambiato e che la sinistra socialista francese non ha saputo cogliere. Mi è parso Roberto Speranza che se è vero che il passaggio elettorale non l’ha ancora vissuto, il passaggio scissionista ha dato più o meno lo stesso risultato, tranne che Hamon ne ha preso consapevolezza e quelli di Mdp ancora no.
E Hollande non è Renzi, ma Bersani (escluse le questioni sentimentali), che pur non avendo operato male, tale è vissuto. Hollande almeno. Ma Renzi non è Macron, o almeno auspico, perché Macron non ha un partito, ha solo se stesso, come Berlusconi nel ’94, anche se tra loro c’è abissale differenza.
Mi è arrivata alla mente un crudo parallelismo tra la situazione politica francese e quella italiana almeno per quanto riguarda la sinistra. Ma in Francia sembrano pronti a farci i conti, in Italia no. Se domenica prossima Matteo Renzi dovesse vincere le primarie avrebbe un partito dietro e anche un elettorato. E possiamo sforzarci quanto ci pare a dire, nel caso di scarsa partecipazione, che è un risultato parziale. Intanto lo avrebbe. Macron ha avuto il suo suffragio senza partito e per i socialisti francesi è ora più complicato.
Io non ho mai votato Renzi, sono un normale elettore: ho votato D’Alema, Veltroni, Franceschini, Bersani e ora voterò Renzi, perché come ha detto Hamon questa sera, il mondo sta cambiando e le risposte non sono sempre le stesse, uguale deve essere lo spirito che le produce.
E preferisco un Matteo Renzi con un Pd alle spalle piuttosto che un Macron autoreferenziale.
E le varie scissioni a sinistra che si sono susseguite in questi anni, da Civati a Fassina a Mdp, viaggiano sui decimali, ma tale è la loro presunzione di essere nel giusto che vivono anche una proposta come quella di dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia come un attentato alla loro verità.
Ma se la verità non ha consenso, non ha sintesi non è una verità. Politicamente parlando si intende.

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