"Molecole di felicità" per sconfiggere virus e batteri: la gioia ci rende più sani
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"Molecole di felicità" per sconfiggere virus e batteri: la gioia ci rende più sani

Una ricerca scientifica, condotta da un team italiano e pubblicata da Nature, svela il ruolo della dopamina nell'accelerare la produzione di anticorpi

La felicità aiuta a sconfiggere virus e batteri
La felicità aiuta a sconfiggere virus e batteri
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17 Luglio 2017 - 14.40


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C’è chi, come negli States, ha addirittura inserito un richiamo in Costituzione: per la Magna Charta, gli americani hanno dunque il diritto a essere felici. In Italia, terra più pragmatica, la felicità si studia perché – dicono gli scienziati – l’ormone che sta alla base della felicità stessa aiuta l’organismo a difendersi dall’attacco di virus e batteri. Lo studio dimostra infatti che, proprio come i neuroni, anche alcuni tipi di cellule del sistema immunitario usano la dopamina per comunicare fra loro e accelerare la produzione di anticorpi in caso di infezione. Il lavoro, pubblicato su ‘Nature’, è firmato da scienziati dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, insieme a colleghi dell’Australian National University di Canberra. La ricerca apre allo sviluppo di nuove terapie contro le malattie infettive e quelle autoimmuni.

La dopamina è un neurotrasmettitore, una molecola-segnale che permette la comunicazione tra le cellule nervose, ricordano gli esperti di via Olgettina. Viene prodotta principalmente nel cervello ed è centrale nei meccanismi di motivazione e gratificazione, tanto da essere stata ribattezzata ‘molecola della felicità’. Sembra però avere anche un ruolo chiave come ‘regista’ del sistema immunitario, secondo lo studio coordinato per il San Raffaele da Claudio Doglioni, direttore dell’Unità di Anatomia e Istologia patologica e professore dell’università Vita-Salute, e per l’ateneo australiano da Carola Vinuesa, direttrice del Dipartimento di Immunologia.

Solitamente – precisano i ricercatori – le cellule immunitarie comunicano attraverso delle proteine, le citochine. Il problema di usare le proteine come molecole-segnale è che queste, prima di poter essere utilizzate, devono essere sintetizzate dalla cellula stessa a partire dal corrispondente gene contenuto nel Dna: un processo laborioso e lento. “L’impiego di una tecnica di comunicazione più veloce, e non a caso prediletta dal sistema nervoso – osserva Ilenia Papa, primo autore dell’articolo, che dopo aver lavorato al San Raffaele si è trasferita all’università di Canberra – costituisce un chiaro vantaggio evolutivo, ovvero maggiore rapidità nella produzione di anticorpi contro un’infezione”. Più felici, più sani. dunque, grazie alla dopamina

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