Il conflitto siriano dura da sette anni, sette anni di violenze, stupri, mutilazioni genitali e altri atrocità commesse contro i civili. Lo denunciano gli investigatori dell’Onu, che stimano il numero delle vittime a migliaia. La Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria afferma che le forze di sicurezza governative hanno commesso una quantità enorme di crimini contro l’umanità, abusando sessualmente e fisicamente di donne, uomini e bambini.
Lo stupro è regolarmente praticato nelle prigioni del paese, afferma lo stesso rapporto, basato su più di 450 testimonianze di sopravvissuti, ex militari, medici, avvocati e rifugiati. Lo Stato Islamico, dal canto suo, nel mezzo della devastazione della guerra, lapidava donne e ragazze accusate di adulterio e organizzava matrimoni forzati con i combattenti. Matrimoni che, in caso di ritirata dell’Isis diventano accuse rivolte alle mogli, nella maggior parte dei casi condannate a morte.
L’Isis ha perseguito duramente gli omosessuali, ma responsabile di stupri e violenze è anche l’opposizione siriana, anche se in numero minore rispetto a quelle commesse dalle forze governative. In ogni caso, sette anni di guerra che non accenna a finire hanno consumato milioni di vite e si potrebbe pensare che coloro che sono morti sono anche più fortunati di quelli rimasti in vita, se vita possiamo chiamare questo terrore quotidiano che si consuma nell’indifferenza dei leader occidentali.